{"id":518,"date":"2018-08-29T17:30:28","date_gmt":"2018-08-29T17:30:28","guid":{"rendered":"https:\/\/taxincc.info\/?page_id=518"},"modified":"2018-08-29T18:04:54","modified_gmt":"2018-08-29T18:04:54","slug":"villa-ca-marcello","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/taxincc.info\/villa-ca-marcello\/","title":{"rendered":"Villa Ca’ Marcello"},"content":{"rendered":"
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<\/a><\/p>\n Villa Maruzzi, Marcello<\/b>\u00a0\u00e8 una\u00a0villa veneta<\/a>\u00a0situata a\u00a0Levada<\/a>,\u00a0frazione<\/a>\u00a0di\u00a0Piombino Dese<\/a>\u00a0(provincia di Padova<\/a>).<\/p>\n Una prima costruzione, una modesta\u00a0casa di caccia<\/a>, fu eretta all’inizio del\u00a0Cinquecento<\/a>\u00a0da Andrea\u00a0Marcello<\/a>, la cui famiglia era divenuta proprietaria di alcuni terreni a Levada qualche decennio prima. Verso la met\u00e0 del secolo i figli di Andrea innalzarono il corpo centrale dell’attuale villa; successivamente si aggiunsero le\u00a0barchesse<\/a>\u00a0laterali.<\/p>\n Attorno alla met\u00e0 del\u00a0Seicento<\/a>\u00a0la propriet\u00e0 pass\u00f2 in eredit\u00e0 ai\u00a0Contarini<\/a>, quindi ai\u00a0Morosini<\/a>. Nel\u00a01725<\/a>\u00a0fu venduta ai marchesi Maruzzi dietro il pagamento di 19\u00a0000 ducati. Sotto questi ultimi il complesso fu profondamente rimaneggiato soprattutto dal punto artistico: furono loro a commissionare affreschi e stucchi degli ambienti interni.<\/p>\n La villa fece parte della\u00a0dote<\/a>\u00a0portata da Alessandrina Maruzzi per il matrimonio con il conte\u00a0russo<\/a>\u00a0Sumarukoff. Pare che quest’ultimo l’abbia poi persa al gioco; il nuovo proprietario, il conte\u00a0ungherese<\/a>\u00a0Helicay, non aveva interesse a tenerla e quindi la vendette al conte Girolamo Marcello (1847<\/a>), esponente della stessa famiglia Marcello che aveva innalzato il complesso diversi secoli prima. I suoi discendenti vi risiedono tuttora.<\/p>\n Negli anni della\u00a0Grande guerra<\/a>\u00a0l’edificio fu sede di vari comandi italiani e del Comando supremo delle truppe britanniche in Italia. Durante la decisiva\u00a0battaglia del Solstizio<\/a>\u00a0(giugno\u00a01918<\/a>) ospit\u00f2 re\u00a0Vittorio Emanuele III<\/a>.<\/p>\n Il complesso \u00e8 immerso in un parco di otto ettari e si articola in corpo principale (casa padronale e barchesse), oratorio e varie adiacenze.Inoltre, sul retro si estende una\u00a0peschiera<\/a>.<\/p>\n Il corpo principale presenta una pianta a C aperta verso la strada. All’abitazione sono saldate lateralmente le due barchesse mediante tre\u00a0fornici<\/a>\u00a0per parte a sesto pieno. Lo spazio antistante \u00e8 occupato da un\u00a0giardino all’italiana<\/a>\u00a0con basse siepi di\u00a0bosso<\/a>, statue e, al centro, una fontana polilobata.<\/p>\n La casa padronale si innalza su due livelli pi\u00f9 soffitte con la forometria della facciata organizzata su sette assi. Il piano terra, basato su uno\u00a0zoccolo<\/a>, ha al centro un portale di ingresso\u00a0archivoltato<\/a>\u00a0con tre finestre\u00a0architravate<\/a>\u00a0per parte, ciascuna sormontata da una specchiatura; alle estremit\u00e0 si sviluppano i fornici congiunti alle barchesse. Tutto il livello inferiore \u00e8 intonacato a\u00a0marmorino<\/a>\u00a0reso a\u00a0bugnato<\/a>\u00a0ed \u00e8 sormontato da un terrazzamento con statue alle ali, mentre al centro funge da basamento per le otto\u00a0semicolonne<\/a>\u00a0ioniche<\/a>\u00a0che caratterizzano il secondo piano e le soffitte; la prima, la terza, la sesta e l’ottava sono binate, dividendo cos\u00ec il fronte in tre partiti. Quello centrale \u00e8 sormontato da una\u00a0trabeazione<\/a>\u00a0coronata da un\u00a0frontone<\/a>\u00a0triangolare con un\u00a0oculo<\/a>\u00a0al centro, abbellito da cornici dentellate e statue ai vertici. Le soffitte sono illuminate da piccole finestre rettangolari, mentre le aperture del\u00a0piano nobile<\/a>\u00a0sono architravate e arricchite con cornici\u00a0modanate<\/a>\u00a0e timpani triangolari. La portafinestra centrale, invece, \u00e8 archivoltata ed \u00e8 sormontata da uno stemma lapideo.<\/p>\n Degli interni va ricordato il magnifico salone centrale, a doppia altezza. Il pavimento \u00e8 a\u00a0terrazzo veneziano<\/a>, mentre tutto intorno si sviluppa un\u00a0ballatoio<\/a>\u00a0in legno. Le pareti e il soffitto sono decorate da un ciclo di\u00a0affreschi<\/a>\u00a0di\u00a0Giambattista Crosato<\/a>\u00a0(1750<\/a>\u00a0–\u00a01755<\/a>), realizzati in cornici lombate in\u00a0stucco<\/a>\u00a0disegnate da\u00a0Giuseppe Zais<\/a>: in alto si trova l’Olimpo<\/i>, mentre i dipinti ai lati mostrano scene della vita di\u00a0Alessandro Magno<\/a>\u00a0(Alessandro copre il corpo di Dario sconfitto con il suo mantello<\/i>,\u00a0Nozze di Alessandro e Rossana<\/i>,\u00a0Clemenza di Alessandro<\/i>,\u00a0Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle<\/i>). Sopra le porte e le finestre vi sono dipinti monocromi con vasi e\u00a0festoni<\/a>.<\/p>\n Le barchesse presentano arcate a tutto sesto impostate su\u00a0pilastri<\/a>\u00a0affiancati da\u00a0lesene<\/a>\u00a0di\u00a0ordine tuscanico<\/a>\u00a0a reggere la\u00a0trabeazione<\/a>\u00a0soprastante. Ad ogni\u00a0chiave di volta<\/a>\u00a0corrisponde al piano superiore una finestra rettangolare.<\/p>\n Nel 1993 il regista\u00a0Carlo Verdone<\/a>\u00a0gira a Villa Marcello alcune scene del film\u00a0Perdiamoci di vista<\/a>. Nella finzione cinematografica la villa viene collocata a\u00a0Castelfranco Veneto<\/a>.<\/p>\n Nel 2015 la villa venne usata come location per il film Leoni di Pietro Parolin.<\/p>\n Fonte:\u00a0https:\/\/it.wikipedia.org\/wiki\/Villa_Marcello_(Levada)<\/a><\/p>\nStoria<\/span><\/h2>\n
Edificio<\/span><\/h2>\n
<\/span>Curiosit\u00e0<\/span><\/h3>\n
Informazioni per visite eventi ed altro ancora:<\/span><\/h3>\n